Argento metallo prezioso.
L'argento è il metallo prezioso più diffuso sul pianeta. Conosciuto fin dal terzo millennio avanti Cristo, è nominato in testi cuneiformi. Già all'epoca usato per gioielli, con tecniche ancora oggi usate quali il cesello e lo sbalzo.
Con l'argento si coniavano monete, e si è continuato a farlo fino ai giorni nostri. Materiale ancora ampiamente usato in gioielleria è al centro delle lavorazioni in argenteria.
Ma non solo, il cloruro d'argento è alla base della fotografia su pellicola.
Ottimo conduttore di elettricità, viene superato dal rame solamente per via del costo troppo elevato, ma utilizzato in alcune situazioni particolari quali la produzione di contatti elettrici o in sostituzione dell'alluminio per la realizzazione di specchi più riflettenti.
Bianco, lucido, l'etimologia del termine latino argentum deriva da splendente, candido.
Ha dato il nome ad una nazione, l'Argentina e ad un suo fiume, il Rio della Plata, di derivazione spagnola.
Considerato il secondo metallo prezioso dopo l'oro, si trova sia allo stato puro che come minerale.
Anticamente associato, per il colore chiaro, alla luna, per il Buddhismo simboleggia la virtù.
Sempre facendo riferimento a tempi passati, si credeva che il mercurio fosse un tipo particolare di argento e per questo motivo veniva chiamato argento vivo.
Con la scoperta di nuovi giacimenti d'argento, specialmente nell'America Latina, il valore di questo prezioso metallo subì n calo sempre più marcato. A creare questa spiacevole situazione contribuì anche la demonetizzazione che mise sul mercato enormi quantità del metallo.
Se prima di allora il rapporto di valore fra oro e argento era di circa 1 a 15, dopo il 1830 continuò a scendere, per arrivare ad un record negativo verso i primi anni Quaranta del ventesimo secolo, dove il rapporto era di 1 a 150 circa. Dopo di allora è stato un continuo e altalenante gioco di ripresa e di perdita.
E' stato calcolato che in circa seicento anni l'argento ha perso il 90% del valore iniziale. Nonostante questo rimane comunque un bene rifugio. In effetti, pur considerando l'enorme quantità in circolazione del prezioso metallo, dai giacimenti non ne viene estratta la quantità necessaria a soddisfare il fabbisogno mondiale, ma i costi inferiori a quelli imputabili all'estrazione dell'oro, mantengono basse le quotazioni del metallo.
Anche l'argento, così come il giallo metallo, ha il suo fixing giornaliero. Viene commerciato nelle Borse più importanti del mondo, in primis Londra e poi New York per l'America e Hong Kong per l'Asia.
Il fixing stabilisce, due volte al giorno, il costo del metallo puro in base alle transazioni effettuate.
I lingotti d'argento hanno una purezza del 999%, ovvero nella lega che li compone solo una parte su mille è costituita da un altro metallo.
Essendo molto malleabile, in argenteria, per la lavorazione degli oggetti, viene usato un titolo inferiore, di norma 925, che in Gran Bretagna è chiamato Sterling Silver e rappresentato dalla figura di un leone passante, termine araldico che significa che l'animale è visto di lato.
Tutti gli oggetti d'argento, per legge, devono avere impresso un marchio con la percentuale presente del bianco metallo. Questo a tutela degli acquirenti. In gioielleria il titolo più usato è 800.
Per quanto riguarda l'Italia i marchi hanno subito molte variazioni nel corso degli anni, e ancora più specificatamente, della storia. Durante il periodo fascista nel punzone obbligatorio, era inserito un fascio littorio, che venne eliminato verso la fine della Seconda Guerra Mondiale. Alcuni anni dopo apparve una stella a rappresentare la Repubblica italiana. Per riconoscere gli oggetti ricoperti solo superficialmente di argento è stato ideato un ulteriore punzone con la lettera R, che vuol significare che internamente il manufatto è riempito con tutt'altra materia, come per esempio l'acciaio per le posate.
In argenteria molti oggetti sono di argento massiccio, ottimi acquisti anche come investimento, quali vassoi o coppe. Al valore intrinseco del metallo, in alcuni casi è possibile aggiungere il valore antiquario oltre a quello della lavorazione artistica. All'epoca di Carlo Magno e anche in tempi successivi era di moda produrre oggetti in argento massiccio senza badare alla grandezza degli stessi, raggiungendo di conseguenza un valore economico elevato.
Come si è visto questo cugino povero dell'oro, pur avendo subito delle fluttuazioni non indifferenti, non è mai passato di moda negli ultimi cinquemila anni.
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